Irpinia è terra di grandi vini rossi. Non ci sono dubbi in merito. L’Aglianico è il vitigno più importante, quello che offre al mercato i vini più strutturato. Il territorio del Taurasi Docg è uno dei più vocati per la produzione delle uve di Aglianico che servono poi a far nascere un grande vino rosso dell’Italia meridionale: il Taurasi, che alcuni critici enologici hanno etichettato come “Barolo del Sud”.
Ma l’Irpinia è anche il crogiuolo di interessanti iniziative, fortemente creative, basate sull’associazionismo fra i viticoltori, che da questa parti sono tutti (o quasi) molto determinati. Da pochi anni esiste un mini consorzio formato da tre aziende, chiamato “Comuni nel Vino” che vede protagoniste le cantine irpine Ra.Ro, De Gaeta e Stefania Barbot, le quali hanno presentato, nei mesi scorsi, i loro migliori vini in giro per l’Italia.
Il loro motto è: “Comuni nel Vino” è un luogo fatto di cantine che condividono le stesse passioni: fare il vino, farlo bene nel proprio territorio d’origine”.
Oggi vi voglio presentare un vino che, secondo la mia opinione, ha svettato più degli altri. E’ questo vino rosso, prodotto dall’azienda Stefania Barbot: Irpinia Campi Taurasini “ION” 2013.
Il nome “ION” significa in greco antico “viola”. Richiama il colore e il sapore del vino. La DOC Campi Taurasini è una sottozona della DOC Irpinia. Il vitigno è Aglianico in purezza.
La degustazione. Annusando il calice apprezzo aromi di prugna, balsamici, di pepe rosa e arancia rossa: nel complesso è davvero fruttato! Si fanno sentire poi i profumi di violetta e peonia. Al palato si dimostra morbido, molto fresco, sapido, poi avvolgente e dinamico, con un tannino già di ottima fattura e lunga persistenza. E’ un bel rosso del Sud equilibrato, nonostante i suoi 14,5% alcol (l’annata 2013 è stata molto calda!), e decisamente femminile. Un bell’Aglianico pronto da bere con grande soddisfazione, già 12 mesi dopo la vendemmia Viene prodotto in sole 5.000 bottiglie. L’enologo delle tre aziende di “Comuni nel Vino” (che hanno in comune anche il sito web) è Vincenzo Mercurio che ha scelto di lavorare le uve in regime biologico.
L’azienda Stefania Barbot prende il nome dalla titolare, una friulana trapiantata per amore in Irpinia, dove condivide l’esperienza vitivinicola con il marito napoletano, Erminio Spiezia. I vigneti si trovano a Paternopoli, in contrada Cerreto: circa 3 ettari in un piccolo altopiano a 450 metri di altitudine, su terreni argilloso-calcarei da sedimenti vulcanici. Qui convivono vigne con ceppi cinquantenari allevati ancora a starsete (il tipico sistema di allevamento irpino) e i nuovi impianti a cordone speronato. Ricordo che l’Irpinia è la provincia di Avellino, a Nord di Napoli, in Campania.
Alcuni dettagli tecnici: allevamento a cordone speronato, resa di 50 quintali per ettaro, raccolta manuale del vino tra fine ottobre e inizio novembre. Vinificazione: 20 giorni in serbatoi di acciaio, poi affinamento sempre in acciaio.
Prezzo: € 19 – $ 20. La mia valutazione: 89/100.
Vino biologico