Si può senz’altro affermare che il Barolo Elvio Cogno è stato originariamente concepito nel segno della più pura tradizione di vite, vino e territorio, senza mai perdere o compromettere la propria identità nel corso degli anni.
Elvio Cogno, fondatore dell’azienda di famiglia, scomparso un anno fa dopo decenni di lavoro in vigna e in cantina, aveva un obiettivo fisso in mente: valorizzare il grande potenziale dei vini delle Langhe, e in particolare della zona di Novello, comune della provincia di Cuneo, in Piemonte. Ha iniziato lavorando al Ristorante Angelo di La Morra (Cuneo), poi ha collaborato con l’azienda Marcarini.
Nel 1961 ha avviato l’attività in proprio e imbottigliato il suo primo Barolo. Elvio Cogno è stato un precursore: nel 1964, in anticipo sui tempi, scrisse sull’etichetta il nome del vigneto di origine del suo vino: la prima denominazione fu Barolo Brunate. La vera svolta si ebbe nel 1990: l’acquisto di Cascina Nuova, a Ravera, sotto la città di Novello.
Elvio Cogno è unanimemente considerato uno dei grandi patriarchi del Barolo. Oggi il suo lavoro è portato avanti dalla figlia Nadia e dal genero Valter Fissore, con una nuova generazione di Cogno in arrivo: la nipote Elena.
La prima vendemmia di Nebbiolo di Elvio Cogno nella sua nuova azienda risale al 1991.
La filosofia di produzione è classica e tradizionale, con lunghe fermentazioni e affinamenti in botti grandi. Ma il rapporto con la terra è innovativo: il terroir viene indagato a fondo e portato a conoscenza, approfondendo il rapporto tra l’enologo, la vite, la terra e l’ambiente. L’obiettivo è far sì che questa miscela di fattori si traduca in vini eleganti, sobri e caratteristici.
Oggi esistono quattro etichette di Barolo Cogno con la menzione geografica aggiuntiva “Ravera”, scritta sull’etichetta: Vigna Elena, Bricco Pernice, Cascina Nuova e Barolo “Ravera”. Il Ravera è il più rinomato tra i cru del Novello: cinque ettari di vigneto, a circa 380 metri sul livello del mare, che crescono su un terreno molto compatto di argilla e calcare, ricco di quei minerali che danno un sapore particolare al vino.
Ho avuto il piacere di assaggiare l’annata 2010 del Barolo Elvio Cogno “Ravera”. Sono riuscita a estrarre tante meraviglie semplicemente roteando il vino e sorseggiando. Bevendo questo vino da uve Nebbiolo, ci si rende conto di come esso conservi la tradizione e lo stile classico del Barolo. È un’ulteriore conferma che l’annata 2010 è stata eccellente anche in Langa. Il bouquet comprende fiori, come la rosa, e spezie, come incenso, pepe rosa, ginepro. Ma è anche balsamico, con note di menta, tabacco dolce, liquirizia e chicchi di caffè. Il gusto ti avvolge e ti trasporta: è intenso e snello allo stesso tempo, equilibrato con un finale lungo e gustoso con la sua scia di cioccolato fondente; un assaggio che permette di apprezzare appieno la componente sapida e minerale di questo Nebbiolo, derivato dal terreno di Ravera. Indimenticabile! È certamente un Barolo austero e di indubbia eleganza, adatto a essere bevuto subito o più avanti nel tempo: raggiunge la sua perfezione dopo 5-20 anni. Tre urrà per lo stile classico!
Alcuni dati tecnici: vinificazione in acciaio, con controllo della temperatura e rifornimento automatico, macerazione dopo 30 giorni di fermentazione a cappello sommerso. Viene invecchiato per 24 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia da 25-30 ettolitri. Viene lasciato invecchiare sui lieviti per 90 giorni, seguiti da un ulteriore affinamento in bottiglia per altri 6 mesi.
Abbinamento vino-cibo: formaggi stagionati, brasati, selvaggina, arrosti strutturati e speziati.
Nota: MeGA è un acronimo che si traduce in Menzione Geografica Aggiuntiva. Ogni vino così contrassegnato ha l’obbligo di indicare in etichetta l’esatta collocazione geografica dei vigneti da cui proviene quel particolare vino. Questa denominazione è scritta in aggiunta alla DOCG Barolo.
Prezzo al dettaglio: € 50 – $ 55; La mia valutazione: 95/100