Oggi vi presento un vino assolutamente nuovo, perché, mentre scrivo, sta per uscire sul mercato nazionale ed estero. Viene prodotto in un’area speciale di “my” Sicilia, l’area di produzione è Cerasuolo di Vittoria Classico, l’unica DOCG dell’isola. È prodotto da una delle cantine più dinamiche della zona, probabilmente il fiore all’occhiello di questo luogo, Valle dell’Acate, il cui nome deriva da questa zona, Valle dell’Acate di Dirillo, un piccolo fiume e anche il nome di questa zona. Sud – Città della Sicilia orientale, in provincia di Ragusa.
Ricordo e sottolineo una citazione della produttrice, Gaetana Jacono:
“.Il vino è sempre stato presente nella storia dell’uomo. Il vino è cultura e la cultura è un legame con la storia, che non può mai essere interrotto ma si tramanda dal passato al futuro”.
È assolutamente vero! Valle dell’Acate si trova nella tenuta Feudo Bidini, nella valle del Dirillo. La moderna cantina è stata costruita dove un tempo c’era l’antico baglio della Cooperativa. I proprietari dell’azienda sono la caparbia Gaetana Jacono (sesta generazione della sua famiglia di viticoltori) e l’imprenditore Francesco Ferreri, presidente di Sicilia Assovini (l’associazione che riunisce circa 80 cantine siciliane).
L’attuale azienda vinicola è stata fondata da Giuseppe Jacono, padre di Gaetana, anche lui Ambasciatore del mondo del Cerasuolo di Vittoria. La loro lungimiranza è dimostrata anche dalle loro scelte, come il picking, nel 2014, Carlo Casavecchia, in qualità di consulente enologo piemontese, che affianca l’enologo della cantina Giuseppe Romanocon l’obiettivo principale di produrre vini autentici.
Ma l’attore principale è sempre il vino. Ecco alcune note di degustazione.
“Iri da Iri” Cerasuolo di Vittoria Classico DOCG 2013. Questa è assolutamente la prima uscita di questo vino e sono onorato di essere uno dei primi a degustarlo. È un blend di 60% di Nero d’Avola e 40% di Frappato (uva autoctona della provincia di Ragusa).
C’è una storia intrigante dietro la scelta del nome di questo vino. Il nome Iri da Iri deriva da un brano di Dante Alighieri (Canto 33 Paradiso, Divina Commedia) in cui si descrive come il riflesso di due iridi possa generare un terzo cerchio di fuoco. Il paragone è evidente: come gli iris sono uniti insieme, allo stesso modo, dall’unione di due uve, come il Nero d’Avola e il Frappato, nasce un vino toccante. Il nome è come un suono o un’immagine. Valle dell’Acate produce questo vino solo nelle annate migliori ed è un vero e proprio cru.
Le mie note di degustazione: nel bicchiere si presenta con un rosso rubino chiaro e brillante, con qualche accenno granato. Al naso si percepiscono aromi di frutta fresca come bacche scure, ciliegie mature, erbe medicinali, cardamomo, bacche di ginepro, vaniglia, liquirizia e cacao. È armonico ed elegante. Al palato è morbido e corposo, con tannini vellutati, delicato al palato e in bocca. È di lunga durata, intenso, morbido. Questo è l’abbinamento perfetto tra potenza ed eleganza.
Alcuni dati tecnici: invecchiamento in tonneaux da 500 litri per 36 mesi. Imbottigliato nel novembre 2016 e affinato in bottiglia per 18 mesi. Produzione limitata, solo 3000 bottiglie all’anno.
Prezzo al pubblico: € 26 – $ 30,50 – La mia valutazione: 93/100