Gio. Ott 31st, 2024

Roberto Ceraudo, il profeta calabrese che ha riscoperto il vitigno Pecorello

diUmberto Gambino

19 Gennaio 2018
Roberto Caraudo

Roberto Ceraudo ama molto la sua terra. Se il gioiello chiamato Dattilo è la sua creatura, costruita a sua immagine e somiglianza, i figli Susy, Caterina e Giuseppe sono le sue perle. Roberto ha dato il meglio di sé per questo terreno che degrada leggermente dalle colline di Strongoli, creando una terrazza naturale verso il Mar Ionio. Siamo in Calabria, in provincia di Crotone. Nel 1973, Roberto inizia la sua avventura tra i campi, seminando, raccogliendo, salendo e scendendo con il suo trattore.

Un tempo il suo focolare era di proprietà dei principi Campitello e Pignatello, poi passò ai baroni Giunti, compresa la casa del 1600. Un terreno di 60 ettari di cui 38 coltivati a uliveto e 20 a vigneto, molto vicino al Mar Ionio. Dal ’92 l’azienda Ceraudo è interamente biologica, la prima in Calabria.

Caterina Ceraudo, chef titolare del Ristorante Dattilo, a Strongoli Marina

Nel 2003 è stato aperto un agriturismo nell’antico borgo del XVII secolo. Ma il fiore all’occhiello, il vero punto di forza di Casa Ceraudo, è il ristorante Dattilo, il luogo dove Caterina (la figlia più giovane di Roberto) è cresciuta con intelligenza e non solo: è stata premiata con la stella Michelin ed è anche la più giovane chef del Sud Italia premiata . La sua cucina valorizza le materie prime del territorio in ricette miste e originali.

Vi state chiedendo: cosa significa Dattilo? Dattilo era il nome di un dio della mitologia greca. L’influenza delle antiche tradizioni greco-albanesi è evidente in tutta la vita di Roberto Ceraudo (originario di un’antica famiglia albanese). Abbiamo provato, anche, un olio extravergine di oliva biologico (da cultivar Tonda di Strongoli e Carolea), fruttato e profumato.

Ora, però, voglio parlarvi di un vino da non perdere: si tratta del Grisara, ottenuto da uve coltivate in vigneti collinari, tra i 60 e i 100 metri di altitudine.

 

La mia nota di degustazione. Grisara 2016 Igt Val di Neto bianco – Nasce da uve 100%Pecorello, un vitigno autoctono calabrese che rischiava di scomparire e che oggi solo pochi produttori regionali coltivano. Nel bicchiere, il Grisara si presenta con un colore giallo paglierino. Naso con delicate sfumature agrumate: cedro, lime, mandarino, bergamotto, ben amalgamati con note vegetali di erba tagliata, prugna, pera e spezie come timo e chiodi di garofano. Gusto intenso, progressivo, verticale, avvolgente: è un bel bianco in cui l’agrume ritorna nel finale. Morbido e fresco, ben equilibrato, molto lungo al sorso. Negli ultimi anni questo vino mi è piaciuto e non solo a me.
Invecchiamento dell’acciaio.
Vino bianco biologico.
Curiosità. Cosa significa Pecorello? Pecorella.

Abbinamento: perfetto da servire con risotti ai frutti di mare, formaggi erborinati e fritture di pesce.

Prezzo al dettaglio: € 13 – $ 16. La mia valutazione: 90/100

www.dattilo.it

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diUmberto Gambino

Professional journalist and sommelier, from an early age I breathed the scents of the vineyard and tasted the wine in my grandfather's cellar, in Sicily. The multiple life and work experiences brought me first to Liguria, then to the capital. Roman by adoption, but always Sicilian at heart, I am always fascinated by the beauties of our Italy, between territories to explore and typical food and wine.