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Pietradolce e Vigna Barbagalli: Il sapore estremo e sostenibile dell’Etna

diUmberto Gambino

28 Gennaio 2019
Michele Faro

Pietradolce è una nuova azienda tra i produttori dell’Etna, fondata nel 2005 dai Faro, una famiglia pioniera nello sviluppo del green business. Faro’s è leader in Europa e in Medio Oriente per la crescita di fiori e piante, grazie a Venerando Faro, 72 anni, di Aci Sant’Antonio (in provincia di Catania) che ha inventato e confezionato un gioiello della natura, Radicepura, un parco naturale, autosufficiente dal punto di vista idrico ed energetico, ad Acireale e tappa obbligata per migliaia di visitatori ogni anno.

Dalla natura alla viticoltura il passo è facile. Il vigneto è una creazione di Michele e Mario Faro, che hanno ereditato dal padre la profonda passione per la natura e la vite.

I vigneti (20 ettari di proprietà) si trovano a Solicchiata e Passopisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia, sul versante nord dell’ Etna. Gli appezzamenti sono tre: due vigneti in contrada Rampante e uno in contrada Zottorinoto, da 600 a 900 m s.l.m., con viti di 50-65 anni, in prevalenza Nerello Mascalese. Una piccola parte del vigneto è coltivata a Carricante, da un vitigno pre-fillossera di 120 anni, le cui uve sono destinate solo all’Archineri Etna Bianco e al bianco di punta, il Sant’Andrea.

Le viti sono coltivate ad arbusto, tra cui la Vigna Barbagalli, le cui uve rosse sono coltivate in basso da una vite centenaria pre-fillossera. Questo è il vino rosso di cui parlo oggi, un chiaro esempio di viticoltura etnea.

Il Nerello Mascalese Vigna Barbagalli è coltivato in terreni sabbiosi, ricchi di minerali.

Le mie note di degustazione. Pietradolce Vigna Barbagalli Etna Rosso DOC 2015. Il colore è quello tipico del Mascalese: rosso rubino chiaro, non profondo. Al naso le note rocciose e minerali sono di grande impatto, mescolate a note balsamiche, chicchi di caffè, cuoio e note di idrocarburi con ricordi di petali di rosa, more selvatiche, spezie come chiodi di garofano e ginepro. L’aroma è intenso ma non travolgente. Con un’ultima annusata, ricorda la cenere vulcanica. In bocca è intenso, ricco, pieno, fresco e salato, abbastanza morbido, con bei tannini e un finale di maraschino. Può sembrare selvaggio, ma è un vino estremo ed eroico ben fatto. Per me è il primo vino che va oltre i confini, mostrando il potenziale della viticoltura dell’area etnea. Un rosso indimenticabile!

Alcune informazioni tecniche. Il Nerello Mascalese proviene da viti centenarie pre-fillossera. Dopo la vendemmia la macerazione delle uve con le bucce dura 18 giorni e poi le uve vengono pigiate delicatamente. Il vino viene affinato 20 mesi in tonneaux di quercia francese e 6 mesi in bottiglia. L’agronomo è Giuseppe Parlavecchio e il consulente è Carlo Ferrini.

Prezzo al dettaglio: € 120 – $ 137 – La mia valutazione: 95/100

www.pietradolce.it

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diUmberto Gambino

Professional journalist and sommelier, from an early age I breathed the scents of the vineyard and tasted the wine in my grandfather's cellar, in Sicily. The multiple life and work experiences brought me first to Liguria, then to the capital. Roman by adoption, but always Sicilian at heart, I am always fascinated by the beauties of our Italy, between territories to explore and typical food and wine.