Voglio parlare di un vino che nasce da un’autentica storia d’amore. Tutto ha inizio in Val di Non, in Trentino, regione enologica del Nord-Est d’Italia. Ben presto il sogno di Pietro Pancheri e di sua moglie Silvia Tadiello (i proprietari di LasteRosse) diventa realtà: hanno creato un’azienda vinicola che rispetta il territorio, la terra e le tradizioni. In pratica, hanno scelto di praticare un’agricoltura sostenibile, di preservare i vitigni autoctoni e di lavorare seguendo i ritmi della natura con uno sguardo attento alla luna. Silvia e Pietro fanno viticoltura di montagna, utilizzando operazioni manuali in vigna. Il loro lavoro per recuperare un antico vitigno autoctono che rischiava di scomparire: il Groppello di Revò, un’uva bianca il cui nome deriva da “grop” (in dialetto trentino significa nodo), per la forma del suo grappolo. Si tratta di un vitigno autoctono coltivato da secoli in Val di Non. Era anche un vino amato e bevuto alla corte dell’imperatore Francesco Giuseppe e della principessa Sissi fino a Vienna: in tempi recenti, il Groppello ha rischiato di perdersi, soppiantato dalla coltivazione delle mele. Ma Pietro, Silvia e alcuni altri viticoltori l’hanno piantata di nuovo, dal 2001. Questo Groppello è coltivato nel territorio di Romallo, un piccolo comune della Val di Non, vicino a Trento (capoluogo del Trentino), sulle sponde del lago artificiale di Santa Giustina a un’altezza di circa 650-700 metri sul livello del mare, su terreni rocciosi e argillosi. Questa vicenda è stata un vero e proprio ritorno alla storia per l’intero territorio. Ora, sto parlando della degustazione di un delizioso spumante metodo classico prodotto da uve Groppello di Revò vinificate in bianco.
La mia nota di degustazione. LasteRosse Metodo Classico Extra Brut 2013.
Ho assaggiato la bottiglia numero 118 (produzione: solo 1500 bottiglie). È uno spumante extra-brut dal colore giallo paglierino e dal perlage fine e persistente. Si nota una buona evoluzione aromatica, prima semplice, poi più complessa: fiori di sambuco, pera, mela annurca, limone e mandarino, mandorla dolce, note di farina e lievito nel finale. Al gusto mostra buona freschezza e discreta sapidità, snello, di medio corpo, con una nota finale di cedro e un leggero amaro. Questo spumante si può bere tanto e non stancarsi mai: rinfresca il palato. Una scelta originale e decisamente fuori dai soliti spumanti.
Alcuni dati tecnici. Degorgement 2017. 100% uve Groppello. Come base viene utilizzato il vino fermo ottenuto dalla vinificazione in bianco delle uve Groppello, raccolte manualmente nella seconda decade di ottobre. Fermenta in bottiglia e matura sui lieviti per almeno 36-40 mesi. Vinificazione in bianco in riduzione in botti d’acciaio. Invecchiamento di oltre 36 mesi sui lieviti e affinamento in bottiglia.
Vino biologico e biodinamico.
Abbinare diverse possibilità. Si consiglia di bere dall’aperitivo a tutto pasto.
Prezzo al dettaglio: € 12 – $ 15. La mia valutazione: 89/100