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Roero, il cuore dei vini bianchi in Piemonte

diUmberto Gambino

10 Luglio 2019
Roero

Gli abitanti di questo piccolo pezzo di Piemonte sono orgogliosi e testardi. Quest’area è stretta tra Cuneo, a nord di Alba, sulla riva sinistra del fiume Tanaro, tra la pianura di Carmagnola e le basse colline di Asti.

Questo è il Roero, una zona probabilmente meno conosciuta delle Langhe, ma fatta di persone che si impegnano a promuovere al meglio cantine, vigneti, cibi e vini locali, in un ammirevole lavoro di squadra. La cosiddetta Associazione Enoteca Regionale del Roero 2.0, con sede a Canale (CN), sicuramente la “città principale del Roero”, comprende 66 produttori di vino (tutte le cantine di questa zona).

“L’Associazione è impegnata nella promozione del Roero, dal 2018” racconta Pier Paolo Guelfo, direttore dell’Enoteca Regionale del Roero “Questo impegno è registrato dai numeri dello scorso anno e dal crescente interesse per i nostri vini”. Il vino più richiesto è il Roero Arneis, seguito dal Roero Arneis Spumante.

Uno degli eventi più centrati sulla comunicazione è stato Vitis, un chiaro esempio di approccio moderno alle tradizioni locali. L’evento enologico era incentrato su “I bianchi del Roero“; una degustazione di vini autoctoni abbinati a cibi tipici del Roero. L’Arneis 2018 è stato il vino principale della degustazione, insieme agli altri vini autoctoni Langhe Favorita, Arneis Riserva e Moscato Giallo.

Vite Arneis

La location di Vitis è stata mozzafiato e molto affascinante: il portico dello storico Castello Sabaudo di Govone (Cuneo), dove i “Vini dell’Anno 2019” hanno ricevuto i riconoscimenti dell’Enoteca Regionale del Roero.

Roero, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco
Dal 2014 il sorprendente paesaggio vitivinicolo di Roero, Langhe e Monferrato è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, a testimonianza della tradizione storica della viticoltura e dell’enologia come retroterra socio-economico di questa zona, tuttora basata sul vino.

L’area della DOCG Roero comprende i seguenti comuni: Canale, Corneliano d’Alba, Piobesi d’Alba e Vezza d’Alba, e in parte di quelli di Baldissero d’Alba, Castagnito, Castellinaldo, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Pocapaglia, Priocca, S. Vittoria d’Alba, S. Stefano Roero, Sommariva Perno.

L’origine marina del terreno influisce sui vini.

Il suolo del Roero è prevalentemente marnoso e sabbioso, con un’alta prevalenza di arenaria, rocce sedimentarie, strati di gesso, argilla e sabbia, che rendono il terreno sciolto, soffice e permeabile. Senza dubbio, a causa delle loro origini, questi terreni sono poveri di sostanze organiche, ma ricchi di sali minerali. I vitigni locali sono coltivati a 400 m s.l.m., sulle pendici di colline dove tutte le operazioni devono essere ancora manuali.

www.consorziodelroero.it

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diUmberto Gambino

Professional journalist and sommelier, from an early age I breathed the scents of the vineyard and tasted the wine in my grandfather's cellar, in Sicily. The multiple life and work experiences brought me first to Liguria, then to the capital. Roman by adoption, but always Sicilian at heart, I am always fascinated by the beauties of our Italy, between territories to explore and typical food and wine.