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Roberto Voerzio, individualismo e originalità del Barolo Fossati Case Nere 2003

diUmberto Gambino

25 Marzo 2017
ROBERTO VOERZIO

Quella di Roberto Voerzio, della sua azienda e dei suoi vini è una storia relativamente decente. Eppure è una storia già ricca di soddisfazioni e – soprattutto – di vini che destano emozioni in serie.
Una storia diversa. La cantina nasce nel 1986 a La Morra, piccolo paese nel cuore delle Langhe. Da sempre Roberto è conosciuto per i suoi eccezionali Barolo, ma credetemi, anche le bottiglie di Barbera lasciano il segno. E ci sono anche i Dolcetto e i Merlot.

Roberto Voerzio è un vignaiolo che ama andare contro corrente e fuori dagli schemi. Ogni anno cerca di migliorare se stesso (oggi grazie anche all’aiuto del figlio Davide) e di migliorare la qualità dei propri vini. Nella “Barolo Story” Roberto Voerzio è considerato “modernista”, ma in realtà nei suoi vini imprime uno stile tutto suo: in realtà si è ispirato ai tradizionalisti del Barolo, come Bruno Giacosa, Giovanni Conterno e Giuseppe Rinaldi.

L’idea guida per ottenere bottiglie di Barolo eccellenti è mantenere molto basse le rese dell’uva su ogni pianta potendo sfruttare al massimo la qualità del prodotto base: cioè degli stessi chicchi d’uva. Se Roberto non è pienamente soddisfatto, un vino può anche saltare un’annata e non uscire sul mercato. Non ci sono problemi.

Nel corso degli anni, Voerzio ha acquistato le migliori particelle nelle zone migliori delle Langhe, in particolare nei cru storici e di qualità certa per la produzione di Barolo come La Serra, Brunate, Cerequio, Sarmassa, Rocche dell’Annunziata, Fossati e Case Nere.

Lui dedica ad ogni singola pianta dei suoi vigneti un’attenzione maniacale. Venti anni fa l’idea di vendemmia verde era ancora qualcosa di troppo ‘spinto’ in Piemonte, una regione agricola povera, dove l’eliminare grappoli d’uva dalla pianta era visto come l’equivalente di buttare via il denaro Voerzio era diversamente convinto e seguì il suo istinto perseguendo un approccio radicale di basse rese. Voerzio rimuove grappoli interi dalle sue piante, al punto che il passaggio tra i suoi filari è letteralmente disseminato di uva. I grappoli che rimangono sono meticolosamente regolati, eliminandone gli acini verso il fondo ed ai lati, dove si ritiene che vi siano i tannini più astringenti. La tipica forma triangolare del grappolo di Nebbiolo si trasforma in qualcosa di più piccolo e rotondeggiante, abbattendo le rese fino ad un livello precedentemente mai visto in Piemonte. Fra l’altro, è stato uno dei primi in Piemonte ad adottare la “vendemmia verde”, sfoltendo le piante dei grappoli meno produttivi (quelli più bassi) per conferire maggior vigore agli altri. Roberto raccoglie da 500 a 700 grammi di uva per ceppo. I vigneti sono curati senza l’utilizzo di concimi chimici, diserbanti o altri prodotti che interferiscono con il normale ciclo vegetativo. Nessun vino viene filtrato. Eppure Roberto rifiuta di definire i suoi vini come biologici o biodinamici. Ogni bottiglia di Voerzio sfoggia una caratteristica etichetta illustrata dall’artista Riccardo Assom, con caricature simili ad un cartone animato di persone in vigneto, in vivaci colori pastello.

Altra caratteristica dei suoi vini: si trovano in commercio non solo le bottiglie della capacità di 0,75 litri, ma anche le Magnum da 1,5 litri, le Jeroboam da 3 litri, fino alle Balthazar da ben 12 litri. Non sono vini economici.

Fra le tante eccellenti etichette, ho degustato e mi è piaciuto il Barolo Fossati Case Nere dell’annata 2003, che è stata anche la prima vendemmia di questo vino. Dieci anni prima di uscire in commercio: di fatto una Riserva. Il vino è da uve 100% Nebbiolo .
Si esprime con aromi caratteristici di liquirizia, cannella, fiori di rosa, incenso, ginepro, pepe rosa, tutti inanellati su un tessuto balsamico e su nuances di cuoio e tabacco dolce. I profumi rappresentano davvero un bouquet di grande finezza. Il vino scorre in bocca snello e intenso al tempo stesso con assoluta morbidezza e finezza nella trama tannica. Bevendo questo emozionante Barolo, si avverte davvero l’amore del viticoltore per le proprie uve. Nessuna esclusa!

Alcuni dati tecnici: affinamento di 24 mesi in barrique, 30% nuove e 70% usate, poi 8 mesi in acciaio e 7 anni in bottiglia prima di uscire sul mercato. Comune La Morra. Resa per pianta di 500 grammi. Prodotte 3.000 bottiglie.

Prezzo: € 225 – $ 243; La mia valutazione: 95/100

www.robertovoerzio.com

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diUmberto Gambino

Professional journalist and sommelier, from an early age I breathed the scents of the vineyard and tasted the wine in my grandfather's cellar, in Sicily. The multiple life and work experiences brought me first to Liguria, then to the capital. Roman by adoption, but always Sicilian at heart, I am always fascinated by the beauties of our Italy, between territories to explore and typical food and wine.