Che ci crediate o no, ci sono alcune uve autoctone in Italia degne di grande reputazione, ma non pienamente riconosciute in Italia tra gli appassionati e i professionisti del settore. Questo è ancora più paradossale se si considera che, tra i tanti vitigni autoctoni, il Lugana DOC è un vino bianco molto apprezzato più all’estero che in Italia. Ecco qualche informazione in più su questo vino: circa 1.700 ettari di vigneti e 18 milioni di bottiglie di vino all’anno (70% per l’esportazione), un centinaio di cantine.
Il Lugana DOC proviene da uve Turbiana, un vitigno autoctono, conosciuto anche come Trebbiano di Soave o Trebbiano di Lugana, spesso paragonato al Verdicchio marchigiano, ma decisamente diverso: esistono circa 65 cloni diversi di Turbiana.
Questo vino è il risultato della combinazione di composizione del suolo e clima specifico. Questa DOC si estende su due regioni, situate a sud del lago di Garda, divise tra Lombardia (provincia di Brescia) e Veneto (provincia di Verona). Le viti sono coltivate a bassa quota (non oltre i 150 metri s.l.m.) in terreni argillosi (soprattutto vicino al lago) o sabbiosi e ghiaiosi (quelli più lontani dal lago). Le uve Turbiana sono coltivate in terreni limosi, provenienti da passate ere glaciali, in un’area molto fertile e minerale. La brezza del lago è un tocco delicato sulle viti, giusto per allontanare l’umidità: queste sono proprio le condizioni perfette per far crescere uve sane.
La zona di produzione dei vini a denominazione Lugana DOC comprende il comune di Sirmione e parte di Peschiera del Garda, Desenzano del Garda, Lonato del Garda, Pozzolengo.
Il sistema di denominazione è semplice e schematico. Il Lugana DOC richiede almeno il 90% di Turbiana, ma la maggior parte dei vini in commercio è composta al 100% da quest’uva. Il restante 10% può provenire da uve locali non aromatiche, coltivate nella regione.
Il Lugana DOC può essere di cinque tipi diversi:
Il Lugana normale (2019 appena uscito) rappresenta quasi il 90% della produzione DOC. Al naso ricorda i fiori bianchi, la mela verde e gli agrumi. In bocca è croccante e immediato.
Lugana Superiore. È invecchiato un anno in più rispetto alla versione normale (attualmente, possiamo trovare sul mercato il 2018). Può essere invecchiato in rovere. Al naso è più complesso: erbe di campo, mandarino, clorofilla e spezie. In bocca è fresco, minerale e saporito.
Lugana Riserva. L’invecchiamento è di almeno 24 mesi (in botti grandi o in barrique). È di colore oro intenso e al naso risulta balsamico e di pietra focaia. In bocca è decisamente corposo e persistente. Ci sono diversi Lugana Superiore e Riserva che meritano un lungo invecchiamento, soprattutto dopo la fermentazione con i lieviti (sur lies). La degustazione di questi vini è un’esperienza toccante!
Lugana raccolta tardiva. Da uve stramature, raccolte di recente, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Si tratta di un vino morbido, non molto dolce, ma che può ricordare i vini dell’Alsazia raccolti tardivamente.
Lugana Spumante. (metodo Charmat o Champenoise). Preferiamo decisamente lo Champenoise, per le sue bollicine cremose e persistenti, oltre che per gli avvolgenti sapori di frutta esotica e la salinità in bocca.
In definitiva, il Lugana DOC e le sue cinque diverse tipologie sono vini eleganti, sensuali, versatili, che si abbinano perfettamente a piatti di pesce di lago e non solo.