La particolarità dell’azienda agricola Le Ragnaie è quella di avere una parte dei propri vigneti di Sangiovese a 600 metri di altitudine, nella parte più elevata del comprensorio vinicolo di Montalcino. Se siete curiosi di sapere perché si chiama Le Ragnaie, il significato è molto semplice: ha origine dalla località in cui si trova il cuore dell’azienda.
Le Ragnaie si estende su una superficie di 28 ettari. I terreni sono coltivati a vigneto e uliveto, secondo il modello dell’agricoltura biologica.
Le vigne si trovano in tre distinte zone del comprensorio di Montalcino: quelli della località che dà il nome alla cantina sono nella zona centrale di Montalcino ; la vigna Petroso si trova lungo la strada di Scarnacuoia, a ridosso del paese, in una zona di antica tradizione vinicola; Vigna La Fornace è nella regione Sud della zona a Denominazione di Origine Controllata e Garantita del Brunello di Montalcino: è l’area di Castelnuovo dell’Abate, di fronte al Monte Amiata. Qui siamo a 400 metri sul livello del mare. Il vigneto è stato impiantato nel 1983, in un’area di sedimenti formatisi nel Pleistocene. Tutto il lavoro in vigna e in cantina segue una filosofia decisamente naturale, nel rispetto del territorio e dell’ecosistema. Non si usano fertilizzanti, né prodotti chimici. L’Azienda è di proprietà di Riccardo e Jennifer Campinoti. Il titolare, Riccardo Campinoti, può essere considerato come il “golden boy” del Brunello di Montalcino perché è riuscito a imporre un suo stile improntato alla sobrietà dei suoi vini, di austerità ed eleganza, con un’impronta personale pienamente riconoscibile. Grande merito per i risultati lusinghieri va dato anche all’enologo Maurizio Castelli per realizzare prodotti di altissima qualità nel rispetto del territorio.
Il vino che mi ha colpito molto positivamente, che merita di essere bevuto in tutte le occasioni è il Brunello di Montalcino La Fornace 2011, ma vi assicuro che anche l‘annata 2012, appena uscita, è di classe altrettanto eccelsa. Parliamo però della 2011.
Il vino si fa preferire per i suoi profumi non banali che includono ciliegia e marasca ancora fresca, note balsamiche, spezie scure intense, poi cardamomo e ginepro, liquirizia e alloro, mentolo e tinte minerali, quasi di idrocarburo. Si beve con voluttà: grazie a una consistente freschezza risulta succoso, persistente, armonico, in perfetto equilibrio in tutte le sue componenti. Nota di merito per i tannini, fini e suadenti. Ha un suo stile moderno, ricco, ma non pretenzioso. Uno dei migliori Brunello assaggiati negli ultimi anni.
Alcuni dettagli tecnici: dopo la vendemmia i grappoli sono selezionati su un tavolo di cernita vibrante dove vengono scelti solo gli acini migliori. I mosti vengono fatti fermentare e macerare in tini di cemento dove rimangono dai 25 ai 90 giorni. Segue un periodo di 36 mesi di invecchiamento in grandi botti di rovere di Slavonia.
Prezzo: € 70 – $ 75; La mia valutazione: 93/100