Gio. Ott 31st, 2024

Il Pollenza: sette annate di Bordolese made in Marche all’insegna dell’eleganza assoluta

diUmberto Gambino

11 Luglio 2023
Pollenza

Se si potesse parlare di un rosso “Super Marche”, questo andrebbe certamente attribuito a Il Pollenza dell’omonima azienda della famiglia Brachetti Peretti. È qui, tra la valle del fiume Chienti e il mare Adriatico, che si estende la tenuta di 280 ettari (80 vigneti) nei comuni di Tolentino e Pollenza, in una posizione geografica privilegiata, a 30 km dal mare Adriatico e a 40 km dagli Appennini. Si tratta di un vino dal chiaro stile bordolese, nato dalla creatività di Giacomo Tachis, enologo piemontese tra i grandi dell’enologia italiana, considerato il padre dei Super Tuscan. Fu il conte Aldo Brachetti Peretti, circa vent’anni fa, parlando con amici, a maturare la convinzione che la sua terra d’origine potesse avere un grande potenziale, tale da poter portare alla produzione di grandi vini rossi da taglio bordolesi. Una convinzione che si sposò presto con quella di Giacomo Tachis. L’operazione fu rapida e risolutiva: il conte fece acquistare le talee delle cultivar bordolesi, tracciò i tracciati di impianto, reintrodusse le vasche di cemento e si cimentò nell’impresa. La prima annata prodotta de Il Pollenza Marche Rosso IGT è stata la 2001, la prima del nuovo millennio, ovviamente sotto la direzione di Tachis. Nasce così l’espressione elegante e austera nel bicchiere di un vero e proprio “angolo di Bordeaux” made in Marche. Dal 2007 l’enologo è il toscano Carlo Ferrini, che punta sull’assoluta eleganza dei suoi vini, coadiuvato dagli enologi aziendali Mauro Giacomini e Carlo Del Bianco.
Recentemente, nella splendida cornice di una villa romana, ho avuto l’opportunità di partecipare a un’eccezionale verticale di sette annate, condotta dal noto critico enologico Daniele Cernilli, alla quale hanno partecipato lo stesso conte Aldo, la moglie Mila, Carlo Ferrini e altri rappresentanti della famiglia Brachetti Peretti. Ecco il dettaglio della degustazione.

Verticale Il Pollenza – Brachetti Peretti – Marche IGT Rosso

Le note di vinificazione di base (leggermente variabili a seconda dell’annata): 15 mesi di maturazione in tonneaux di rovere francese, poi almeno 24 mesi di affinamento in bottiglia. L’uvaggio di partenza era composto principalmente da Cabernet Sauvignon e poi da percentuali minori di Cabernet Franc e Merlot, il classico taglio bordolese. Dal 2008 è stato introdotto anche il Petiti Verdot; il Merlot non viene più utilizzato dall’annata 2015. Ecco le sette annate in dettaglio.

2006 CS 70 ME 17 CF 13
Granato fitto nel bicchiere, si apre su piccoli frutti scuri come il mirtillo, poi avanza su note speziate e di pepe nero, vira sul balsamico con un evidente aroma di eucalipto e sfumature di cioccolato nero. In bocca è ancora intatta la freschezza, con tannini presenti e fini, buona struttura per un sorso non eccessivo che massaggia delicatamente il palato. Equilibrato e integro nella sua essenza gusto-olfattiva.
2008 CS 65 ME 18 CF 10 PV 7
Granato compatto e brillante. Spezie dolci, macchia mediterranea e funghi sono immediatamente percepibili, alternati a mirtilli e ribes scuro. Il sorso è netto e vivace; si espande in progressione su tannini morbidi e ben amalgamati; la beva si chiude in un finale nervoso ma elegante. È ancora giovane e ha molto da offrire ai suoi ammiratori.
2010 CS 60 ME 20 CF 15 PV 5
Rosso rubino denso con bordo violaceo. Il naso è intenso e composito, con varie sfaccettature. Prevalgono spezie dolci, mirtillo, cassis, lampone, liquirizia e una chiara matrice balsamica. Bocca ricca, piena, morbida e avvolgente, con tannini setosi, la quintessenza dell’eleganza voluta da Carlo Ferrini per i suoi vini, aiutata – a mio avviso – anche da una buona percentuale di franco. Persistenza molto lunga. Il vino migliore tra i sette!
2012 CS 65 ME 20 CF 10 PV 5
Definita un’annata calda e difficile, mostra sfumature di more, sciroppo di cassis, frutta rossa sotto spirito, cuoio e foglie di tabacco. In bocca il tannino è più vivo, con una certa astringenza, meno solido nelle note morbide. Nel complesso, un vino che potrebbe uscire dalla distanza.
2015 CS 90 ME 7 PV 3
Al naso lampone, erbe aromatiche, macchia mediterranea, tabacco dolce, note umide. Gusto che inizia morbido e pieno di calore, poi scorre fresco, sapido, con una scia finale chiaramente fruttata. Snello, agile, di medio corpo, può essere bevuto molto.
2016 CS 92 CF 5 PV 3
La nota di legno si fa leggermente sentire con un pizzico di vaniglia che fa capolino e poi si ricompone, poi ecco un bel mix di pepe nero, ginepro, goudron. Sorso deciso, che viaggia su tannini nervosi ma nobili grazie alla grande freschezza. È intenso, elegante, con ritorni di frutta rossa nel finale. Ancora giovane ma con un grande potenziale.
2019 CS 90 CF 7 PV 3
Campione da barile (non in commercio) degustato in anteprima assoluta. Note evidenti di rosa fresca e ciliegia scura, accompagnate da una leggera corona speziata. Gusto che denota grande freschezza, sapidità, intensità per un sorso che ha qualche asperità da smussare e concentrazione di frutto. È lungo. Vediamo un grande potenziale per quello che promette di essere un vino bello, moderno ed elegante.
In tutti i vini si può apprezzare l’uso attento e mai invasivo del legno: sempre tonneaux da 500 hl.
www.ilpollenza.it

Condividi:
Parliamo di:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

diUmberto Gambino

Professional journalist and sommelier, from an early age I breathed the scents of the vineyard and tasted the wine in my grandfather's cellar, in Sicily. The multiple life and work experiences brought me first to Liguria, then to the capital. Roman by adoption, but always Sicilian at heart, I am always fascinated by the beauties of our Italy, between territories to explore and typical food and wine.