Gio. Ott 31st, 2024

Gorgona, un grande progetto sociale per i vini dei detenuti

diUmberto Gambino

17 Luglio 2024

Parafrasando al contrario la nota canzone di Edoardo Bennato, Gorgona si può definire l’isola che c’è. In quella che è la più piccola porzione di terra dell’Arcipelago Toscano, dal 2012 è attivo un progetto unico nel suo genere che unisce la produzione di vini di qualità al reinserimento sociale dei detenuti. Proprio in questo lembo di terra, autentico paradiso naturale, si trova l’unica isola penitenziario in Europa.

Il progetto Gorgona è frutto della collaborazione tra l’azienda vinicola Frescobaldi e l’Istituto Penitenziario. Qui i detenuti hanno la possibilità di acquisire le competenze necessarie in viticoltura ed enologia, operando in tutte le fasi del lavoro in vigna e in cantina sotto la guida costante di esperti enologi e agronomi messi a disposizione dai Marchesi Frescobaldi.

Giuseppe renna, direttore del penitenziario di Gorgona

Ne è pienamente convinto il direttore del carcere, Giuseppe Renna: “La finalità del progetto è quella di far acquisire ai nostri detenuti delle professionalità spendibili all’esterno. Quasi tutti,  forti di questa esperienza, hanno la possibilità di essere assunti perché il lavoro in un’azienda vinicola è una specializzazione oggi molto richiesta”.

I detenuti coinvolti nel progetto di solito sono quattro o cinque a stagione. Per loro, il lavoro in vigna e in cantina diventa un percorso di crescita personale e di riabilitazione, che li prepara al ritorno in società dopo aver scontato la pena. Ma sull’isola-penitenziario c’è tanto da fare per tutti gli 80 detenuti che si dedicano a tutta una serie di lavori agricoli o artigianali. C’è chi coltiva l’orto e chi fa il carpentiere o l’elettricista.

Per un detenuto di origine piemontese (di cui non facciamo il nome per ragioni di privacy), attivamente impegnato tra i filari, è un’esperienza che avrà una significativa svolta per il suo futuro:

“Ho cominciato a lavorare circa due anni fa, ho fatto la stagione del 2023 e questa del 2024; operiamo in tutte le fasi del ciclo della vite, dall’inizio alla fine, a partire dalla potatura fino alla vendemmia, incluse zappatura, cimatura, palizzamento dei germogli. Prima della detenzione, lavoravo già in campagna. Oggi penso che il mio futuro sia questo, sono nato per questo”.

Fra i detenuti, c’è chi, grazie al lavoro regolarmente pagato, ha avuto la sua prima busta paga e chi con lo stipendio guadagnato onestamente ha potuto comprare le scarpe ai figli.

Aggiunge Giuseppe Renna: “Le domande provengono da tutta Italia, noi facciamo una selezione, perché chi viene sull’isola deve aver fatto un certo percorso trattamentale e fondamentalmente non può essere tossicodipendente né un soggetto che fa uso di psicofarmaci”.

A Gorgona i poco più di due ettari di vigneto sono allevati su terreni sabbiosi ricchi di ferro. Formano una serie di terrazzamenti disposti in uno spettacolare anfiteatro che degrada verso il mare. Il vigneto originario è stato piantato nel 1999 e i nuovi innesti nel 2015 e 2018.

Dalle uve Vermentino e Ansonica nasce il Gorgona Bianco; dal Sangiovese in blend con il Vermentino Nero, si produce il Gorgona Rosso. Tutte le fasi di lavorazione si svolgono sull’isola, solo l’imbottigliamento finale sulla terraferma. Una volta pronto il vino nella piccola ma efficiente cantina dell’isola, le botti sono trasportate in nave sulla terraferma dove poi avviene l’imbottigliamento.

Lamberto Frescobaldi

 

Non nasconde l’orgoglio per un’iniziativa dal forte contenuto sociale Lamberto Frescobaldi: “Ci siamo innamorati della qualità che quest’isola riesce a esprimere però anche di tutto quello che c’è dietro. Dentro ogni calice di vino c’è un mondo e anche delle persone che stanno cercando di rimettere insieme la loro vita. Noi li aiutiamo a concretizzare questa bella idea”.

La prima vendemmia del progetto Gorgona è quella del 2012. I detenuti sono i veri protagonisti della produzione di due vini dal gusto “attraente e selvaggio” che corrisponde in pieno al paradiso naturale spontaneo che è l’isola.

 

 

 

Meritano attenzione particolare le etichette disegnate ogni anno diverse dallo studio grafico milanese di Simonetta Doni che così descrive quella del vino bianco: “L’etichetta di Gorgona vuole essere “l’edizione straordinaria” dell’isola, raccontandone ogni anno un aspetto differente. Con Gorgona 2023 abbiamo voluto raccontare del vento o meglio dei venti che qui soffiano rivestendo un ruolo primario nella vita quotidiana. I quattro venti, il Grecale, lo Scirocco, il Libeccio e il Maestrale diventano elementi fondamentali nella viticoltura dell’isola influendo sulla temperatura dell’aria e dunque sulla maturazione dei grappoli”.

Le circa 9.000 bottiglie prodotte ogni anno sono vendute a prezzi pregiati e il ricavato viene reinvestito nel progetto Gorgona. Un modello da replicare in altre realtà, per dare speranza e nuove opportunità a chi ha commesso un errore e vuole avere una seconda chance.

La degustazione dei Gorgona

Frescobaldi Gorgona Bianco 2023 – Costa Toscana IGT
Da uve Ansonica e Vermentino Bianco. Il bouquet è complesso, elegante, intenso in cui spiccano note mediterranee e iodate. Tra i sentori mediterranei si distinguono l’elicriso, la santoreggia, il rosmarino ed a seguire note floreali che ricordano la ginestra e la camomilla. La parte fruttata tende più sulla pesca gialla, vira poi sulla frutta esotica ma anche sul cedro. Notevoli anche la componente iodata e quella speziata di rosmarino e salvia. Al palato mostra la sua vena sapida, quasi salina, trainata da una freschezza vivace. Un sorso teso, lungo, dinamico.

 

 

Frescobaldi Gorgona Rosso 2021 – Costa Toscana IGT
Da uve Sangiovese e Vermentino Nero in parti uguali. Un ventaglio di sensazioni delicate e composite al naso, fra amarena, ginepro, cannella e poi liquirizia e incenso che denotano una netta matrice balsamica. Si schiude in un sorso freschissimo, rotondo, dai tannini dolci, sapido e di medio corpo. Nel complesso un vino raffinato, forse un po’ costruito ma di sicura prospettiva. Si può bere con soddisfazione anche fra tre, quattro anni.

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diUmberto Gambino

Professional journalist and sommelier, from an early age I breathed the scents of the vineyard and tasted the wine in my grandfather's cellar, in Sicily. The multiple life and work experiences brought me first to Liguria, then to the capital. Roman by adoption, but always Sicilian at heart, I am always fascinated by the beauties of our Italy, between territories to explore and typical food and wine.