Barolo (insieme al Brunello di Montalcino) è certamente il vino rosso italiano più famoso al mondo. Una fama davvero meritata che si è consolidata negli ultimi 20 anni di storia enologica soprattutto grazie a una serie di bottiglie di grandissima qualità prodotte da viticoltori che fanno del rigore e della dedizione alla terra e alla vite il proprio unico credo.
Secondo il mio punto di vista, il Barolo è un vino austero, leggiadro, che unisce potenza ed eleganza nel calice, mentre gli aromi sono intensi, variegati, mai banali. Un vino che è un caleidoscopio di emozioni dovute alla massima espressione possibile del vitigno Nebbiolo coltivato nelle terre pregiate della Docg Barolo.
Il primo Barolo che ho l’onore di farvi conoscere più da vicino è il “Bric del Fiasc” annata 2007 della cantina Paolo Scavino di Castiglione Falletto (provincia di Cuneo), nelle Langhe, i cui paesaggi – in Piemonte – sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
L’azienda Paolo Scavino è stata fondata nel 1921. La prima annata di questo Barolo “Bric del Fiasc” è il 1978, quando Enrico convince il padre Paolo a vinificare separatamente solo le uve della vigna Fiasco (che erano sempre le migliori fra quelle raccolte) da cui il vino ha preso il nome. Così nasce il primo cru, appunto il Barolo Bric del Fiasc.
Il segreto della bellezza e dell’orginalità di questo Barolo sta nel terreno del Fiasco, composto da marne fossili (chiamate localmente “tov”) di due tipi ben definiti: terreno Elveziano, composto da marne grigie molto compatte; e terreno Tortoniano, ricco di marne azzurre meno compatte. Le viti che crescono in questo suolo particolare, dove le marne sono mescolate a piccole porzioni sabbiose e argillose, rendendo così il vigneto altamente vocato per la coltivazione delle uve e del Nebbiolo in particolare.
L’azienda oggi si estende su 23 ettari di vigne ed è condotta dalle figlie di Enrico Scavino, Enrica ed Elisa, che rappresentano la quarta generazione della famiglia. Il motto degli Scavino è: “Prima la viticoltura, poi l’enologia”. Nel senso che il vino si deve fare principalmente nel vigneto.
Ecco come ho trovato il Barolo Bric del Fiasc 2007 .
Il 2007 è stata una grande annata in tutta l’area del Barolo.
Di aspetto rosso granato non particolarmente fitto, questo nettare si esprime con aromi vivaci che mostrano sia aspetti di freschezza sia di evoluzione: floreale di violetta e piccoli frutti di bosco, seguiti da cioccolato nero, tabacco da pipa, chicchi di caffè su uno sfondo di note balsamiche come la liquirizia. Quando si beve emerge la componente minerale del terreno da cui provengono le uve. Il sorso è molto fresco, snello, vivace, lungo, di buona morbidezza e sapidità mentre i tannini sono presenti e lisci come la seta. Il sorso è persistente, avvolgente, equilibrato e vivace.
Maggiori dettagli tecnici: Vinificazione: diraspatura e pigiatura soffice al 100%. La macerazione (10 giorni) e la fermentazione alcolica (18 giorni) si sono svolte in acciaio inox con temperatura controllata e lieviti indigeni a cui è seguita la fermentazione malolattica in botti da 2,25 hl durante l’inverno. La stabilizzazione tartarica è avvenuta naturalmente durante l’inverno del 3° anno quando il Barolo è stato travasato in acciaio inox.
Invecchiamento: 10 mesi in botti di rovere francese di 1°–2°–3° passaggio (2,25 hl) e ulteriori 12 mesi in botti di rovere francese (50 hl). 10 mesi in acciaio inox a cui seguono 10 mesi di affinamento in bottiglia.
Prima annata: 1978 con 2.400 bottiglie. Il Barolo Bric del Fiasc è un vino che può essere bevuto con grande soddisfazione anche dopo 20 anni.
Annata 2007: 9.700 bottiglie prodotte
DOCG: vino a denominazione di origine controllata e garantita
La mia valutazione: 94/100 – Prezzo: € 85 – $ 90